Capitolo introduttivo della sezione del Rapporto dedicata per la prima volta alla comunicazione ambientale, il testo analizza caratteristiche e criticità di questo campo della comunicazione e propone alcune linee guida per politiche pubbliche capaci di promuovere realmente la partecipazione dei cittadini e il diritto alla comunicazione, che si esprime nel diritto dei cittadini di essere informati, di accedere alle informazioni e di diffondere informazioni sullo stato dell’ambiente.
Più in generale, la comunicazione (intesa nel suo significato etimologico di “adempiere insieme a un compito”) deve assumere un ruolo maggiore nelle politiche ambientali, sia per la sua importanza nell’assicurare processi decisionali trasparenti e partecipativi, sia per stimolare atteggiamenti e comportamenti che si traducono anche in cambiamenti degli stili di vita e influiscono potentemente su produzione e consumo.
L’attenzione che i grandi mass media dedicato ai temi ambientali è oggi insoddisfacente: è episodica, marginale, inadeguata. Per fortuna assumono un peso sempre maggiore mezzi che consentono la interattività, come i blog, i forum e gli altri strumenti di “social network” sul web. Ma non basta, e l’intervento pubblico dovrebbe mirare, oltre che a migliorare la capacità comunicativa delle amministrazioni pubbliche, a promuovere la formazione e l’aggiornamento dei professionisti della comunicazione e a sostenere la ricerca in materia di comunicazione ambientale, per renderla sempre più efficace, anche aprendo un confronto con le organizzazioni di categoria dei datori di lavoro e dei giornalisti. E la RAI, in quanto servizio pubblico, dovrebbe ampliare molto lo spazio della comunicazione ambientale.